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La Suprema Corte ribadisce i principi in materia di liquidazione del danno alla persona (sentenza 19/9/22 n. 27380)

La Corte di Cassazione torna, per confermarla, sulla nozione unitaria di danno non patrimoniale da lesioni e sulla individuazione delle sue componenti.

Il caso è quello di una persona anziana che, investita da un autoveicolo in manovra di retromarcia su un marciapiede, subisce lesioni invalidanti, che la costringono all’immobilità per quasi un anno e mezzo e sono causa di postumi che impediscono la deambulazione e la possibilità di tenere una postura eretta.

Il Giudice di appello, che riformando la sentenza di primo grado ha ritenuto provata la responsabilità dell’investitore, ha secondo la Cassazione, sbagliato nella applicazione dei principi che presiedono all’integrale risarcimento del danno non patrimoniale alla persona, poiché “non si è attenuto al principio di diritto fondamentale secondo il quale al danno biologico corrisponde una nozione unitaria, che tiene conto sia delle alterazioni nella fisiologia della persona riportate a seguito del sinistro sia delle conseguenze che queste alterazioni determinano nel compiere gli atti della vita quotidiana e quindi in particolar modo gli esiti di una frattura o come in questo caso di un trauma molto complesso, che comportano la perdita addirittura della capacità di stare in piedi e di camminare, devono essere valutate unitariamente e confluire nella quantificazione della percentuale di invalidità permanente, che si fonda su un apprezzamento medico degli esiti fisici permanenti e sulle conseguenti limitazioni nella vita della persona”.  

Segue su allegato           Avv. Laura Zanotelli

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